Valutazione del rischio e sicurezza nelle organizzazioni.
Un saggio di Massimo Franchini
LA REALTA’ DI OGGI
Nel 2019 ci sono stati 641.638 infortuni denunciati all’INAIL(1), per ogni giornata (su 365 in un anno) lavorata di otto ore abbiamo 1.758 infortuni. Ovvero 73 infortuni all’ora: praticamente 6 ogni 5 minuti. Nel tempo preso da una telefonata sono coinvolti in un infortunio almeno sei lavoratori, con conseguenze di gravità a vari livelli, al punto di arrivare a 3 morti al giorno da infortuni sul lavoro.
La sicurezza del lavoro rappresenta di fatto un elemento integrante del mondo produttivo che non è – come qualcuno crede – una questione solamente per tecnici addetti ai lavori, ma invece riguarda tutti coloro impegnati in una attività che produce qualcosa in una società complessa come quella che viviamo ogni giorno.
Fare una “mezza” sicurezza – va detto forte – equivale a non farla per niente.
COME DOVREMMO AGIRE
La sicurezza sui luoghi di lavoro è di tutti, e va vista e gestita in maniera sistemica, senza tralasciare nulla in merito, coinvolgendo tutte le persone e gli aspetti ambientali interessati.
La sicurezza – di per sé – può essere inquadrata come “il dare per scontato che l’evoluzione di un sistema non produrrà situazioni indesiderate”. In altri termini è come dire di essere consapevoli che una certa azione non provocherà dei danni futuri. Il presupposto dell’essere coscienti è fondamentale da un punto di vista della conoscenza che possiamo avere per certa (epistemologica) di una data situazione, poiché un sistema può evolversi senza dar luogo ad effetti non voluti (incidenti), ma non per questo esso può essere ritenuto sicuro. Con altre parole a volte “si tratta solo di fortuna”. Solo una conoscenza di tipo scientifico, basata quindi su osservazioni ripetibili, può garantire una valutazione concreta della sicurezza.
La sicurezza non è solo nei luoghi di lavoro, ma appartiene anche a coloro che attendono a casa chi è uscito per andare al lavoro. Non basta che lo dica la Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…), lo devono avere chiaro tutti, in tutti i campi, ad evitare di trovarci a dissipare ogni anno una cifra che sta intorno al 3% del PIL in costi correlati ai soli infortuni che accadono nel mondo del lavoro. Per molto meno il Parlamento si accapiglia per aggiustare la necessaria legge finanziaria annuale.
La sicurezza del lavoro quindi è un pezzo integrante e irrinunciabile del concetto moderno di produrre. Per certi versi la sicurezza sui luoghi di lavoro dà la misura della qualità degli ambienti in cui si trascorrono molte ore della nostra giornata.
La sicurezza di cui abbiamo bisogno è quella che è irrinunciabile nei luoghi di lavoro, ma non è dissimile per comune denominatore con altre, come la sicurezza dei prodotti che utilizziamo, degli alimenti che mangiamo, dei mezzi di trasporto che ci portano da una parte all’altra del mondo.
COSA HA SCRITTO MASSIMO FRANCHINI
Il testo prende le mosse da due situazioni estreme, opposte e apparentemente paradossali: il terremoto ed i seggiolini portabambini in auto, quindi contesti apparentemente distanti da quanto accade in un qualsiasi ambito in cui si fa qualcosa a scopo produttivo. Ma inserendo uno sguardo attento tra gli esempi posti al lettore si scorgono le crepe mentali che spalancano la porta all’insicurezza: l’incultura e l’ignavia, tarli che a ben vedere troviamo in tanti passaggi della vita quotidiana, e che è necessario e giusto stigmatizzare ad alta voce.
L’Opera mette in evidenza la necessità di progettare, costruire e manutenere la sicurezza del lavoro sulla base di un’attenta valutazione del rischio – delineando un percorso metodologico ed operativo concreto per favorire e sostenere un’analisi sistematica degli aspetti che incidono sulla genesi dei rischi – attraverso una rassegna di elementi praticabili utili alla redazione del Documento di Valutazione dei Rischi per la sicurezza, in tutti gli ambiti in cui qualcuno fa qualcosa in un’ambiente assimilabile a quello di lavoro (anche gratis, come dice la legge). Ecco perché ci si riferisce alle organizzazioni: non solo aziende (grandi o piccole non importa), ma ovunque vi sia un’attività organizzata, come enti (anche non-profit), associazioni, anche in parrocchia.
Per molti anni si sono lette due tipologie di pubblicazioni in materia: la classica monografia incentrata su di un solo rischio e la sua valutazione, oppure tante analisi generali della norma (prima il decreto 626 del 1994, poi il testo unico del 2008) prive di applicazioni concrete, lasciando il lettore alle scarne, e spesso inesistenti indicazioni della norma sul “come fare”. In entrambi i casi l’approccio sistemico, complessivo, come deve essere per necessità cogenti e pratiche, mancava.
In questo libro la valutazione del rischio viene posta e descritta nei suoi particolari come un elemento fondamentale di gestione e supporto funzionale del sistema per la sicurezza e la salute nei cicli produttivi, e in generale in tutti i luoghi di lavoro. Poiché infatti non è sufficiente affidarsi alla sola monografia per la valutazione del singolo tipo di rischio, ma è necessario un punto di vista complessivo ed un approccio sistemico al contesto organizzato della produzione. Per affrontare con la necessaria e ampia visione la materia della valutazione del rischio è indispensabile prendere in esame una serie di attività di valutazione come concomitanti ed in grado di influenzare il sistema della sicurezza.
LA PROPOSTA PRATICA
Nel percorso delineato dall’opera si offre un approccio molteplice (e multidisciplinare) ad una materia articolata tra questioni tecnico/scientifiche, organizzative ed umane. I contenuti sono incentrati su di una visione panoramica e sistemica della materia, con riferimenti operativi di metodiche di valutazione, per sollecitare e contemporaneamente sostenere il valutatore del rischio nel suo percorso di analisi, e accompagnarlo ad una presa di posizione ampia dal punto di vista teorico e pratico. Infine viene presentato un esempio di valutazione del rischi articolato su più pericoli presenti, ipoteticamente, in una azienda tipo.
Con l’augurio dell’autore di aver dato un, seppur modesto, contributo alla quotidianità della sicurezza del lavoro in tutti i luoghi in cui la produzione, materiale e immateriale, si manifesta.
E sì, perché crediamo sia giusto approfondire la conoscenza, che rimane il più valido antidoto contro la paura, in modo da rendere la prevenzione una cosa ordinaria.